Scegli un quadro, il più bello che hai in casa.
Osservalo un attimo.
Avvicinati alla tela, fino a quasi sfiorarla.
Metti a fuoco un’ area piccolissima del quadro.
Osservane la superficie irregolare, quasi grezza, un’alternanza di grumi di colore.
La pennellata ti sembra affrettata, imperfetta, quasi grossolana.
Ti accorgi di una tonalità che da lontano non avevi mai notato.
Poi chiudi gli occhi.
Fai tre passi indietro, meglio quattro.
Riapri gli occhi.
La distanza ti restituisce il quadro più bello che hai.
Quel colore un po’ strano é adesso un riflesso, un’ombra, un contorno.
Non puoi che apprezzare ancor di più il tocco dell’autore.
Non riesci più a distinguere le singole pennellate, ma sono proprio lì, di fronte a te, e tutte insieme costituiscono l’immagine che ti piace tanto.

Troppo spesso lasciamo che piccoli episodi influenzino il nostro umore. La nostra capacità di giudizio viene fuorviata da situazioni contingenti.
Quando ciò accade, riappropriati dell’interezza.
Chiudi gli occhi, fai tre passi indietro, meglio quattro. Prendi le distanze dal quotidiano.
Apprezza il quadro che stai dipingendo nel suo insieme. Impara a stimarne l’unicità.

E se questo non bastasse, vai ancora più lontano. Richiama alla mente questa immagine, “the pale blue dot“.

 

Quel puntino luminoso al centro della striscia rossa é la nostra Terra. Non esiste una foto del nostro pianeta presa da una distanza maggiore.
Considera che tutti noi ci affanniamo, giorno dopo giorno, su quel puntino microscopico.
Tutti noi, piccolissime pennellate imperfette, che un qualche pittore ha voluto tracciare sulla tela dell’universo.

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